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Aiuti per mamme single

  • michsena
  • Jun 2, 2015
  • 3 min read

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Con questo post iniziamo insieme a farci strada nell'intricata rete dei "possibili" e rari aiuti pubblici per noi mamme single.

Non ho altro modo di approcciare la questione, se non riportando quella che è stata la mia esperienza personale.

Premettendo che il supporto pubblico alla monogenitorialità è quasi nullo, ci sono comunque alcune risorse a cui noi madri single possiamo attingere.

Non ho il quadro generale chiaro, sono convinta che ci siano alcune possibilità di cui non conosco l'esistenza, non è facile venire a conoscenza dei diritti di noi mamme single e c'è un'ostruzionismo e una scarsa chiarezza nelle informazioni a livello dei servizi pubblici preposti. Per cui ogni informazione me la sono conquistata e mi sembra doveroso condividerla il più possibile. Così mi piacerebbe che se leggeste il post e siete a conoscenza di altre possibilità, condividiate le vostre informazioni con tutte quante (: Più ci informiamo, più diventiamo forti!

Vi illustro comunque la metodologia che consiglio di intraprendere per iniziare il percorso di supporto.

Il primo passo da fare è rivolgersi ai servizi sociali.

No! non abbiate paura.... Non vi portano via il bambino. Io stessa ci ho messo un bel po' prima di convincermi a andare a chiedere qualche semplice informazione. Ma perché i servizi sociali si intromettano nella nostra vita, dobbiamo avere dei seri problemi, di una gravità tale che il loro intervento diventa necessario per il bene dei nostri figli. Per tutte le mamme single: disperate, in difficoltà, incavolate e con un diavolo per capello, ma pur sempre in piedi sulle loro gambe, non è prevista la minima interferenza.

Ai servizi sociali del vostro distretto, troverete degli impiegati a cui richiedere un appuntamento con l'assistente sociale. E all'assistente sociale dovrete raccontare la vostra storia e chiedere di illustrarvi tutti gli aiuti a cui avete diritto e che mette a disposizione il vostro distretto.

Io vivo a Roma e per me è stato possibile avere il contributo annuo di 400 euro, l'assistenza gratuita di un avvocato per portare avanti la pratica di affido esclusivo di mio figlio, un supporto nella ricerca di un lavoro e un eventuale supporto per la formazione, qualora ne avessi avuto bisogno (si tratta di corsi professionali gratuiti). In più mi è stato detto che posso prenotarmi per usufruire di corsi di sport gratis per mio figlio e di sconti per la mensa scolastica.

Specifico che io sono a tutti gli effetti una mamma single, provvedo interamente a mio figlio in quanto il papà del bambino non ha mai contribuito agli alimenti e vive all'estero. Non risulto però effettivamente "ragazza madre" perché mio figlio è stato riconosciuto dal padre e ne porta il cognome. Esistono infatti maggiori agevolazioni per tutte le mamme single il cui bimbo non è stato riconosciuto. C'è per esempio diritto in questo caso a una detrazione fiscale di circa 40 euro al mese, presentando il 730 e ulteriori agevolazioni che vanno approfondite e di cui non sono perfettamente a conoscenza, non essendo questo il mio caso.

A tutte le future mamme che stanno leggendo questo post - se siete capitate qui, significa che o siete già single o le cose col vostro compagno non stanno andando esattamente come dovrebbero andare - consiglio di pensare bene, ma proprio bene prima di decidere se far riconoscere o no il vostro bimbo al padre.

Una volta che il padre ha riconosciuto il bambino e che il suo cognome gli viene assegnato, inizia una vita di vincoli che vi legano e vi legheranno per molti anni a lui.

Fino a che vostro figlio non compirà 18 anni, avrete bisogno dell'autorizzazione del padre per molte questioni, dalle più serie: l'autorizzazione per intraprendere terapie mediche anche di urgenza, il rilascio del passaporto e la libertà di viaggiare all'estero, fino all'autorizzazione di pubblicare le immagini di vostro figlio (per esempio nel caso di esposizioni fotografiche) e una miriade di situazioni di questo tipo in cui è richiesta l'autorizzazione di entrambi i genitori.

La mia storia e quella di tantissime altre donne dimostra che non è affatto automatico che un padre che riconosce il figlio si renda poi responsabile del suo sostentamento, provvedendo a versare gli alimenti a cui sarebbe obbligato. Quanti sono i padri che non corrispondono gli alimenti alle ex-compagne?

Contribuire al concepimento di una persona, non vol dire diventare padre. Padre è un concetto molto ma molto più ampio del mero "donatore di seme"....

Quanti padri non genetici sono diventati i reali padri di figli concepiti da altri uomini?

Per cui ragazze, pensateci bene. Non è il padre che riconosce il figlio ma siete voi che riconoscete a quell'uomo la capacità di essere padre.

 
 
 

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